L'albero del saggio - Arborele inteleptului      

 
La seconda stagione

     E l’Albero, ai due giovani sposi, così con¬tinuò a parlare:
     «Non insegnate ai vostri figli se prima non avrete riascoltato la vostra infanzia. Voi sarete il mare, i vostri figli le onde e come le onde al mare non appartengono, perché costrette a de¬positarle sulla riva, i figli non vi apparterranno perché ogni giorno sarete costretti a depositarli sulla riva della vita.
     Insegnate loro a volare, ma la gioia delle loro ali non potrete staccarla dalla loro anima, poiché vi è attaccata come la resina al tronco di un albero.
     Non turbate la loro voglia di conoscenza con i vostri consigli, specialmente se riconoscete che sono solo il frutto delle vostre paure.
     Dio vi dona i figli, non vi dona la loro liber¬tà, vi dona la gioia che un giorno li vedrete volare, ma non vi donerà mai una sola piuma delle loro giovani ali.
     Loro cresceranno liberi, se libere lascerete le vostre paure.
     Non è la nascita di un figlio che vi farà diven¬tare padre, madre, ma saranno i giorni che dovrete conquistare per fargliene dono.
Le albe ai vostri figli li andranno incontro, mentre voi dovrete conquistarle per farliene dono. A voi i tramonti spalancheranno le porte all’oscurità, mentre ai vostri figli le chiuderanno per liberare la luce.
     Vivete ognuno della propria felicità, a cola¬zione e cena fatevene dono, ma la notte che ognuno riposi sul proprio cuscino.
     Versato il vostro nettare, potrete anche bere nello stesso bicchiere, ma non potrete mai so¬stituirvi al loro palato.
     Donate loro i giocattoli che volete, ma più di essi donate loro il vostro tempo, il vostro amore.
     Se saranno presi dal dolore, che sia il dolore a condurli fuori dalle pene.
     Se avranno bisogno, aiutateli, ma non pren¬dete sulle vostre spalle tutte le loro fatiche.
     Dite loro che gli alberi, anche se sferzati dal vento e dalla pioggia, in attesa del sole matu¬rano il loro frutto.
     La loro felicità sarà anche la vostra, ma non sperate che essa vi disseti.
     Non appendete i vostri sogni al filo delle vostre esperienze, convinti di vederli maturare come frutti di stagione, perché ciò che è acerbo per voi per i vostri figli potrebbe essere già maturo.
     Lasciate che scelgano il loro sport preferito, seguiteli, seguite le loro gare, spronateli se volete, ma senza esaltarli e senza denigrarli. Imparate a conoscere l’orgoglio del silenzio, ma se non potete farne a meno di esprimere giudizi, fatelo quando il vostro animo è sereno.
     Tutti vorrebbero avere un figlio campione mentre il mondo ha bisogno d’uomini.
     Discutete dei loro problemi quando ancora non esistono; così il giorno che ci saranno, la ragione avrà già detto la sua.
     Non confondete mai il vostro amore con quello per i figli, perché solo se vivrete di luce propria sarete per i figli una guida luminosa.
     Poiché ogni periodo ama la sua musica che nessuno tenti di sminuire la musica dell’altro.
     Proteggeteli senza esaltarli.
     Amateli, non lasciate che una sola goccia d’amore si asciughi sulle pareti del vostro cuore senza prima avere bagnato le loro labbra.
     Siate felici di loro in quanto figli, non lasciaste contagiare dall’orgoglio per la loro intelligenza, per la loro bellezza, perché, se così fosse, sopra la foglia dell’amore si pose¬rebbe polvere di vanità.
     Accettate le loro stravaganze come i vostri genitori hanno accettato le vostre.
     Se un frutto per voi fosse dolce e per vostro figlio aspro, accettatelo, non cercate la verità del sapore perché avete ragione o torto entrambi.
     Voi sarete l’ostrica, e come l’ostrica, la perla che costruirete non potrà mai appartenere al vostro gioiello.»